la terra tremò mentre una profonda crepa lacerava la piazza, fiamme e fumo si levarono da essa e poi, quasi vomitata da quella bocca enorme, ne strisciò fuori un' ombra più scura della notte stessa.
Mentre la voragine si richiudeva alle sue spalle l'ombra crebbe e si addensò, prendendo via via forma e sostanza fisica, rivelando un abominio che non sarebbe dovuto esistere.
Alta oltre cinque metri la creatura aveva sembianze e postura da primate, i possenti muscoli ricoperti da pelle glabra e squamosa dal colorito cinereo ed una testa da incubo con occhi, corna e zanne buttate a casaccio e in abbondanza.
Il mostro evocato agitò un arto davanti a sé, disperdendo e uccidendo in parte gli inseguitori, poi volse il muso al cielo e ruggì un urlo selvaggio ed agghiacciante.
Osserva ora, il mio servo su questa terra
il vecchio era evidentemente esausto, tuttavia una luce folle di orgoglio brillava nei suoi occhi nel pronunciare quelle parole
Herr si era rimesso in piedi e dall’altura su cui si trovavano osservava la scena in città.
Tanto tempo fa nacque e si sviluppò un culto segreto, fondato sulla convinzione che le razze di questa terra non fossero degne di regnare sul mondo, che fossero troppo infantili ed egocentriche, che l’unica salvezza per questo mondo fosse l’epurazione totale ed una nuova rinascita. Per ottenere ciò venne messo a punto un rituale con lo scopo di evocare un signore degli inferi; un demone abbastanza potente da annichilire la vita per offrire una nuova tela bianca al fato. Per decenni, innumerevoli tentativi vennero compiuti, ma il rituale non discriminava sul chi evocare, e qualcosa di tale potere da fungere ai loro scopi era raro da trovare pescando a caso; in breve il culto venne soppresso prima che potesse ottenere il suo scopo e prima che potessi impedirlo.
A lungo ho creduto che l’antica blasfemia fosse andata perduta con la scomparsa del culto, mi ero ormai persuaso che mai avrei potuto affrontare un demone degno di questo nome, ed invece ora, dopo tanto tempo l’antico obiettivo è stato raggiunto da te. Tu amico mio non hai evocato un servo, hai spalancato le porte dell’inferno e dato inizio alla fine di tutto, ora non resta che completare il rito, ed il tuo cucciolo sterminerà fino all’ultima forma di vita esistente
Il vecchio era passato dalla curiosità all’incredulità al puro terrore mentre il racconto progrediva, rendendosi conto della portata delle sue azioni.
Completare il rito? Ma ormai l’evocazione è completa, il demone è gia qui
Si volse ad indicare la città
Mio dio, che cosa ho fatto
Il guerriero nero sogghignò, entrando nel cerchio di rune e appoggiò le mani sulle spalle del vecchio
Il demone non è ancora in possesso dei suoi pieni poteri, la sua forma fisica è in questo mondo, ma la sua energia vitale è ancora nell’altro, passa attraverso l’evocatore ma non nella sua totalità. Una misura di sicurezza per poter eliminare i demoni troppo deboli da fungere allo scopo originario. Il rito non è completo fino a quando il demone non si nutre dell’evocatore, divenendo lui stesso tramite della sua forza, solo allora sarà interamente in questa realtà. Non temere quindi, posso occuparmene io.
Il ruggito risuonava ancora nell’aria quando una forma indistinta volò rasente i tetti della città per precipitare ai piedi del demone.
Il vecchio, ferito e stordito alzò gli occhi e si trovò ad osservare da una visuale privilegiata la sua stessa evocazione. A bocca spalancata, sopraffatto dall’orrore di ciò che stava per accadere, cercò di strisciare lontano. Inutilmente.
La creatura da incubo studiò per un attimo il fagottino di cenci che si dimenava ai suoi piedi, poi allungò un braccio, raccolse il vecchio da terra se lo portò alla bocca e lo ingoiò.
Adesso si che ci siamo
Quasi materializzato dal nulla Herr passò in mezzo alla compagnia scostandoli nel farsi spazio e si diresse verso la piazza. L’energia che percepiva nella creatura era immensa, e di questo si compiacque.
Dirigendosi verso l’incubo passò dal passo alla corsa, la creatura cercò di intercettarlo abbattendo la gigantesca mano sulla sua traiettoria, ma herr era già balzato oltre, all’interno della guardia del mostro. Saltò e colpì al muso con una ginocchiata di tale forza da rialzare eretta la creatura e sbilanciarla poi all’indietro, mentre cadevano colpì ancora tra la spalla e il collo, il braccio sinistro niente più che un’ombra indistinta nella velocità del gesto.
Herr volteggiò agilmente in aria e prese terra alle spalle della creatura smorzando l’impeto della corsa in pochi passi per poi fermarsi, mentre il demone cadeva pesantemente supino e lì ristette, nella pozza del suo stesso sangue che andava pigramente allargandosi mentre il cuore traeva gli ultimi, esitanti palpiti nella stretta del pugno del guerriero nero.
Herr osservò compiaciuto l’organo seccarsi, trasformandosi in polvere tra le sue dita mentre il simbionte si nutriva, percepì l’ondata di potere rubato che lo saturò e sogghignò di piacere, poi portò la destra sopra la spalla ed estrasse la spada.
L’impugnatura morse la carne e sangue ne sgorgò, passando attraverso gli appositi canali della guardia fluì negli intarsi della lama, dall’elsa alla punta, da un filo all’altro, un complicato arabesco di liquido rubino.
Un attimo, la figura nera era in piedi davanti alla carcassa del demone, la spada in pugno, l’attimo dopo del gruppo di assalitori non rimaneva alcun sopravissuto, non ci fu battaglia, non ci furono grida, non ci fu resistenza herr semplicemente sparì alla vista per un momento impercettibile, per riapparire subito dopo a diversi metri di distanza, fra un’ ammasso di cadaveri che andavano afflosciandosi a terra.
Disinteressandosi alla carneficina che aveva appena compiuto herr si girò verso la compagnia, avvicinandosi con disinvoltura, senza però rinfoderare la spada
Bene signori, sembra che abbiamo un problema…
cerco la pace tra le bombe
la vita tra le tombe
la luce tra le ombre
ma è la realtà che mi confonde