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Neo Paganesimo

Ultimo Aggiornamento: 10/02/2007 12:04
10/02/2007 12:04
 
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Neopaganesimo

Con i termini Neopaganesimo o Paganesimo moderno, si fa riferimento ad un insieme eterogeneo di religioni emerse in particolare durante gli ultimi decenni in Occidente, il cui credo è considerabile una continuazione diretta delle antiche religioni pagane (un revival), nel caso delle correnti gentili, o ispirato ad esse ma a tutti gli effetti nuovo, nel senso comunemente attribuito al termine. Questo secondo caso è quello del Neopaganesimo eterodosso. Il termine Neopaganesimo, è accettato dalla maggior parte delle comunità, sebbene quelle di matrice ortodossa preferiscano che la loro religione venga designata con il termine originale Paganesimo, privato del prefisso neo, o in certi casi con il termine Gentilismo. Questo essenzialmente per garantire una continuità anche terminologica in riferimento al Paganesimo antico, e parallelamente per dare una distinzione più marcata dai neopagani eterodossi. Tutte le religioni neopagane sono ad ogni modo accomunate da alcuni fattori, che ricadono in particolare in campo etico: il rispetto della natura in quanto sacra e l'ambientalismo, derivato dal primo aspetto, sono due dei punti più preminenti all'interno dell'espressione religiosa pagana moderna.

Etimologia del nome
Il termine Neopaganesimo deriva ovviamente da Paganesimo con l'aggiunta del prefisso neo, traducibile come nuovo in lingua greca. Paganesimo deriva a sua volta da pago, una particolare forma amministrativa dello Stato romano che permetteva ai centri lontani e quindi poco raggiungibili una maggiore autonomia politica. L'espressione pagano nacque dunque con un'accezione negativa: designava coloro che, come gli abitanti dei paghi, entravano difficilmente in contatto con il mondo cittadino e quindi con le correlate novità culturali e politiche. Tali genti, etichettate quali pagane venivano di fatto insultate, considerandole campagnole, rozze e ignoranti.

Il termine fu utilizzato dai primi cristiani per indicare proprio gli abitanti dei paghi, che in quanto lontani dai centri, tendevano a mantenere vive le loro antiche tradizioni religiose, dato che il Cristianesimo cominciò a diffondersi a partire dai grandi nuclei cittadini. Il termine perse via via le eventuali accezioni civiche e assunse un significato unicamente religioso, indicando in generale tutti coloro che si rifiutavano di convertirsi forzatamente al Cristianesimo, nel momento in cui quest'ultimo divenne religione di Stato, e fu proibita e perseguitata qualsiasi altra fede possibile. Originariamente erano inclusi in questo gruppo tutti i fedeli a qualsiasi religione che non fosse il Cristianesimo: il termine venne in, epoca più tarda, utilizzato anche per indicare i musulmani e, in misura minore, gli ebrei, nonché gli aderenti alle religioni orientali.

In tempi recenti l'utilizzo generalizzante del termine pagano è andato progressivamente sfumando, perdendo anche le connotazioni dispregiative. Oggi il nome di Paganesimo viene utilizzato per indicare unicamente le religioni precristiane dell'area europea e americana, e le relative continuazioni moderne. La tendenza generale tra le varie comunità pagane del mondo contemporaneo è quella di usare i termini Paganesimo e Neopaganesimo in modo interscambiabile, sebbene il primo indichi prevalentemente le antiche generazioni di pagani, mentre il secondo, dotato di prefisso neo, venga utilizzato per indicare le generazioni moderne che si sono riavvicinate alla spiritualità tipica pagana.

Storia

Periodo precristiano
Il Paganesimo ha origini antichissime; in quanto appartenente al gruppo delle religioni indoeuropee la sua comparsa va rintracciata in una fusione tra tali sistemi teologici e le tradizioni animistiche preistoriche europee e americane. Da questa unione ebbero origine le spiritualità tipiche dell'Occidente classico, caratterizzate da confraternite misteriche, fiorente organizzazione sacerdotale e ricche mitologie, metafore simboliche ed etiche della natura profonda del mondo divino nonché spiegazioni ai misteri dell'essenza del cosmo.

Con la nascita del Cristianesimo e la sua affermazione, ebbe inizio il sistematico smembramento di tutte le religioni pagane. Le manovre volte a screditare la religiosità originale su cui da secoli si basava tutto il pensiero scientifico, sociale e filosofico dell'Occidente furono mirate, e destabilizzarono il Paganesimo dall'interno, provocandone successivamente il collasso. La Chiesa cristiana operò un'imponente azione di oscurantismo, attraverso la quale procedette alla destituzione di qualsiasi organizzazione pagana, tempio, accademia filosofica, nonché all'eliminazione di qualsiasi opera artistica e letteraria. Per un breve periodo, nel V secolo, si affermò la tendenza della conversione in chiese dei luoghi di culto pagani, o almeno dei pochi che erano sopravvissuti; un celebre esempio ne è il Partenone. Gli agiografi cristiani realizzarono scritti in cui venivano esaltate le gesta della Chiesa e del popolo cristianizzato, spesso sottolineandone la presunta condizione di vittime (esempi di questo atteggiamento sono rintracciabili in alcuni tra i tanti episodi, come in quello della distruzione del Serapeo, della Biblioteca di Alessandria e in quello dell'eliminazione della filosofa Ipazia), in contrapposizione ai pagani, dipinti come barbari e violenti. Parallelamente alla soppressione fisica del Paganesimo, il Cristianesimo procedette ad incrinarne anche gli aspetti teologici e filosofici, presentandolo come un insieme di illogiche superstizioni e miti senza significato, oltre che assimilandone alcuni aspetti in modo da agevolare la sovrascrittura della propria dottrina a quelle preesistenti. Esempi di quest'ultimo atteggiamento sono la data del Natale, fatta coincidere con la festa del Sole Invitto, con le celebrazioni del il solstizio e con la festa del dio Mitra; il culto della Madonna, spesso considerato una continuazione del culto di Iside e del femminino sacro in generale (una forte similarità è rintracciabile anche nell'iconografia); il culto dei santi, i quali spesso furono figure appositamente costruite che tendevano ad assimilare funzioni e aspetti delle antiche divinità, in modo da operare uno slittamento del culto pagano al culto di tali figure, in seguito aspetto principalmente cattolico; e infine anche molti aspetti della mitologia legata alla vita di Gesù, in cui sono evidenti dei rimandi ai miti di antichi dèi pagani, quali Osiride e Horus, il già citato Mitra e Odino.

«Sotto il mio regno i pagani potranno tenere nuovamente i loro incontri, e offrire preghiere secondo il loro uso. Nel futuro tutte le genti vivranno in armonia, l'uomo sarà guidato dal pensiero e dalla razionalità; non dalla violenza, dagli insulti e dalle punizioni corporali
(Flavio Claudio Giuliano)

Un solo imperatore, Giuliano, dopo l'abilitazione del Cristianesimo voluta da Costantino, tentò di riproporre il Paganesimo nella sua integrità e coerenza. Originariamente cristiano, si convertì alla religione pagana e diede a quest'ultima il nome di Ellenismo (nell'antichità il Paganesimo non ebbe mai un nome ufficiale); tentò di organizzarlo in modo simile al Cristianesimo, con un'istituzione centrale e un atteggiamento universalistico. Realizzò anche alcune opere letterarie nelle quali dimostrava l'atteggiamento aggressivo assunto dai cristiani e operava un confronto tra le due religioni antagoniste, difendendo il Paganesimo e mettendone in luce la profondità spiritualità. Come altri grandi pensatori del passato anche Giuliano definì il Paganesimo come la religione della ragione e della logica, in confronto al Cristianesimo, religione illogica e unicamente fideistica. Fu un imperatore dalla forte personalità, guidato da un animo illuminato: voleva innanzitutto la pace, la quale passava attraverso la sconfitta dell'ipocrisia. Non si dedicò solo alla restaurazione del Paganesimo ma legittimò anche l'Ebraismo e tutte le nuove correnti cristiane che la Chiesa aveva condannato come eretiche: recatosi sul luogo dove un tempo sorgeva l'antico Tempio di Gerusalemme, ne ordinò la ricostruzione, che tuttavia non fu mai portata a termine. Il progetto di Giuliano non ebbe alcun esito, innanzitutto a causa del brevissimo periodo di tempo durante il quale l'imperatore rimase in carica, in secondo luogo per il fatto che la Chiesa fosse ormai un organo potente ed incontrastabile, che non esitò nell'annullare ogni tipo di riforma religiosa proposta nel periodo di carica dell'imperatore.


Periodo postcristiano
Durante la cristianizzazione, la religione di Gesù assorbì molti elementi pagani, tutt'oggi visibilmente presenti in particolare nel Cattolicesimo, come il culto dei Santi — spesso cristianizzazioni delle divinità pagane — o il culto mariano, che molti studiosi ricollegano al culto della Dea Madre e in particolare della divinità kemetica Iside, dalla quale l'iconografia della Madonna assorbì molte caratteristiche. [1] Tuttavia, fu soltanto durante l'Alto Medioevo che, in particolare con la Scolastica, si diffuse un certo interesse per la cultura classica. Tommaso d'Aquino tentò una fusione tra i concetti della filosofia e cosmologia grecoromana con il Cristianesimo. Nel Rinascimento la mitologia antica iniziò ad essere materia di studio, ma si trattava ancora di uno studio basato sull'interpretazione cristiana e sulla considerazione dei miti come favole senza significati occulti; tuttavia parallelamente stava nascendo una nuova forma di filosofia, basata sull'interpretazione mistica della natura, che tendette a staccarsi dalle concezioni filosofiche chiuse e rigidamente fondate sui dogmi cristiani per abbracciare gli studi magici ed esoterici che stavano esercitando un certo interesse. Ricomparvero le concezioni immanentistiche del divino, oltre che nuove teorie e studi sull'universo. Esponenti come Giordano Bruno, spesso condannati al rogo per le loro idee, furono tasselli fondamentali per la formazione di una filosofia naturalistica e in un certo senso paganeggiante.

Le prime forme di Neopaganesimo propriamente detto, accompagnato da una riscoperta delle teologie e cosmologie precristiane, si presentarono nel Romanticismo del XIX secolo, con una riesumazione del Paganesimo nordico in particolare, sebbene ancora prima, nel 1792, vada collocata la nascita della prima organizzazione neopagana druidica. Il nord Europa, particolarmente l'Inghilterra, fu la culla della riscoperta pagana e il luogo dove si gettarono le prime basi per la nascita del Paganesimo contemporaneo. In questo periodo vanno collocati tutti i tentativi di emersione di varie organizzazioni a carattere occultistico, spesso pubblicizzate da una schiera di appassionati, maghi, esoteristi, artisti e scrittori, come William Butler Yeats, Maud Gonne, Arthur Edward Waite, e Aleister Crowley. Questi personaggi tentarono generalmente di realizzare un sincretismo tra gli antichi saperi precristiani e proprie filosofie, non necessariamente per fondare nuovi sistemi religiosi. È inoltre sempre questa l'epoca in cui crebbe un certo interesse per la magia e il paranormale. Molti pensano che queste tendenze furono il frutto dell'attività missionaria cristiana: i missionari avrebbero infatti contribuito all'importazione di spiritualità esogene nell'arcipelago britannico; in particolare l'antropologo James George Frazer fu influente nella formazione di queste teorie. Il termine neopagano fece la sua prima comparsa in un saggio di Hugh O'Donnell, scritto nel 1904.

Già negli anni Venti, Margaret Murray sostenne l'esistenza di un'antica religione, praticata in segreto, salvatasi dalle persecuzioni cristiane. Bisogna tuttavia giungere agli anni Quaranta per assistere ad una prima vera e propria manifestazione della rinascita pagana, quando Gerald Gardner sostenne di essere stato iniziato da un gruppo religioso segreto guidato da una donna che si faceva chiamare Vecchia Dorothy, che molti studiosi moderni sostengono trattarsi di Dorothy Clutterback, un'ex colona rientrata in patria dopo avere trascorso parecchi anni in India. Gardner iniziò la predicazione di una religione, la Wicca, la quale non era un vero e proprio revival ma una religione totalmente nuova, la quale traeva aspetti dalla religiosità pagana antica combinandoli con le tendenze stregoniche di quegli anni. Negli anni Sessanta e Settanta riprese la risorgenza del Druidismo e in Islanda fece la sua comparsa l'Odinismo. L'emersione del Neopaganesimo proseguì negli anni Ottanta e Novanta, con la rinascita del Cadiscismo, del Kemetismo, dell'Ellenismo, della Via romana agli Dei e del Viarianesimo, oltre che la comparsa del cosiddetto Giudeopaganesimo. È tra la fine del XX e l'inizio del XXI secolo che il Paganesimo moderno inizia ad incrementare in popolarità e a diffondersi tra le nuove generazioni.

Teologia
Praticamente tutte le religioni neopagane sono panteistiche e monistiche: riconoscono l'esistenza di una realtà ultima unitaria, un principio divino che permea tutto l'esistente, che lo forgia e lo genera per emanazione e che pertanto risulta immanente, ovvero presente nel cosmo in ogni sua dimensione. Questo principio divino, identificabile con l'Uno neoplatonico, con il Tao del Taoismo o il Brahman dell'Induismo, e spesso designato con il termine Dio, è perennemente attivo nell'universo e la sua creazione si attua in eterno, da sempre e per sempre. La creazione è infatti l'insieme di processi che l'Essenza cosmica divina genera, nei suoi eterni cicli, andando a condensarsi e a costituire la materia; quest'ultima è sacra, in quanto a tutti gli effetti emanazione di Dio stesso. In poche parole si potrebbe dire che Dio è la Sostanza del cosmo, quella proprietà divina intrinseca a tutte le cose, senza la quale esse non potrebbero comporsi e quindi non potrebbero esistere.

Questa concezione dell'esistenza come divina, in quanto essa stessa Dio, è accompagnata da una visione enoteistica, in cui Dio si rende accessibile all'uomo manifestandosi a livello umano attraverso i suoi molteplici aspetti, molti, diversi, ma unitari al tempo stesso. Questi aspetti sono le divinità emanate dall'Uno, le tante braccia dell'unica realtà divina. L'uomo può entrare in contatto con questi dèi, percepirli nella natura e nel mondo che lo circonda: essi sono come tanti sentieri diversi che permettono all'essere umano di giungere in un modo o nell'altro alla vetta della montagna, a Dio, all'Essenza della realtà. Nonostante gli dèi siano molteplici essi sono riconducibili ad un'unità ancestrale: l'uomo deve innanzitutto conoscere e rispettare il molteplice per comprendere il mistero dell'unità. Gli dèi pervadono e rappresentano la natura, sono gli spiriti attivi, le forze della creazione che agiscono ai livelli sottili di essa. La natura è divina, in quanto permeata da queste forze, costituita da esse, e in quanto quindi, per logica, generata dall'Uno infinito. La natura, in quanto divina e fonte mistica che permette all'uomo di conoscere le divinità, è il veicolo principale che conduce alla comprensione della verità, all'autoidentificazione estatica con il divino. Una volta compreso infatti il concetto di divinità dell'universo, l'uomo può rendersi conto del fatto che in realtà Dio non va cercato scrutando il cielo, ma va cercato nella propria interiorità, nel proprio essere profondo, la scintilla divina, l'anima, fatta della stessa natura di Dio. L'anima tuttavia non è separata dal corpo, ma è una proprietà di esso: l'anima è la divinità del corpo.


Statua di una divinità viariana venerata in una grotta-tempio.Questa concezione di tipo monistico è spesso rifiutata da correnti del Neopaganesimo che preferiscono non occuparsi della realtà ultima ma concepire unicamente gli dèi come forze cosmiche governanti l'universo, senza necessariamente ricondurli ad un'unica Fonte divina (sono quindi pienamente politeistiche), oppure da correnti che invece presentano un comparto teologico enoteistico e parallelamente dualistico, come nel caso della Wicca. I principi creativi, nella religione wiccana, sono in realtà due, ed è dall'unione mistica e dall'alternanza eterna di questa bipolarità che è generata la vita. Ad ogni modo in entrambi i casi spicca la sacralità della natura, mezzo attraverso cui l'uomo può vivere esperienze estatiche ed entrare in contatto con il divino. La natura è per questo venerata e celebrata, i rituali sono considerati catalizzatori: stimolano la mistica della natura, accelerano e vivificano i processi di contatto tra la sfera divina e la sfera umana. Centrale nei rituali pagani è per questo il pentacolo, rappresentazione del cosmo intero ed incanalatore di tutte le sue energie ancestrali; inoltre, in certe tradizioni, alcuni rituali sono fortemente legati alla sessualità, al rapporto tra uomo e donna, considerato come riflesso del processo divino attraverso cui la creazione si attua continuamente nel tempo e nello spazio, dando origine alla vita.


Cosmologia
La cosmologia è uno dei punti di raccordo tra le varie religioni pagane. Il Neopaganesimo condivide la concezione della nascita dell'universo e la spiegazione della natura di esso stesso con tutte le religioni di ceppo indoeuropeo e iranico, di cui fanno parte anche le religioni orientali. La cosmologia non può essere spiegata senza fare riferimento alla teologia: secondo il Paganesimo, Dio non è un essere trascendente, fuori dal mondo, non può creare l'universo dall'esterno, come nel caso delle religioni abramitiche; al contrario Dio è immanente, agisce attivamente nel mondo poiché il suo spirito pervade tutto l'universo, compone il cosmo. Parlando della creazione in ambito pagano, dunque, emerge fin da subito il fatto che a differenza di quanto avviene nei culti abramitici, la creazione non ebbe un inizio preciso per poi cessare una volta compiutasi, ma in realtà non si è mai conclusa, poiché la creazione è in atto, agisce costantemente e perennemente nell'universo. La creazione pagana dunque, corrisponde al processo di naturale sviluppo, cambiamento, mutamento ed evoluzione dell'esistenza; questo processo è causato da Dio, ma non originato, poiché è un meccanismo derivante dall'emanazione stessa della Divinità nel mondo, è sua manifestazione. Il motore che causa la nascita, la crescita e la morte delle cose, ovvero gli eterni cicli della vita, è lo spirito divino stesso, permeante il cosmo. Sono le divinità di cui pullula l'universo, che lo plasmano, lo modellano, lo modificano, danno la vita. Gli dèi sono concepiti come tutto quell'insieme di forze creatrici che fa sì che la materia si aggreghi a formare tutte le cose che esistono, essi sono gli spiriti della natura, sono intrinsechi ad essa, sono percepibili nel mondo che l'uomo abita. La forza creativa si identifica, in quest'ottica, con la natura stessa, il veicolo attraverso cui si adempie il mistero divino della vita, caratterizzata dall'eterna movenza ciclica, in cui le eterne forze mistiche si riformano, si rinnovano, si reincarnano in continuazione.


Yggdrasill, l'albero cosmico, energia divina attiva che pervade tutto l'universo.Anche la visione della Wicca è molto simile, ma fonda le proprie radici sul dualismo: il Principio che emana il cosmo e che anima la creazione non è un'unità, bensì una dualità. Il Dio, e la Dea, incarnanti il principio maschile e il principio femminile, personificano le due forze cosmiche la cui alternanza, il cui eterno fondersi e interscambiarsi l'una con l'altra, dà origine all'esistenza, è la base di tutte le cose. In quest'ottica di unione mistica il rapporto sessuale tra uomo e donna è sacralizzato, poiché rispecchiante il processo infinito di manifestazione delle Divinità nel mondo.

Anche la cosmologia del Paganesimo tenta di dare una spiegazione a quello che esistette prima dell'origine del tutto. In molte tradizioni prima che la creazione avesse inizio c'era il caos, chiamato in vari modi in base alla religione. Nel caos era tuttavia presente un'entità primordiale inattiva ed eterna, la Divinità, ineffabile e indescrivibile, un mistero cosmico a cui nulla può dare una spiegazione. La creazione ebbe inizio quando la Divinità passò da uno stato di inattività ad uno stato attivo, si manifestò come luce nell'oscurità infinita, energia cosmica. Questa energia non creò nel senso letterale del termine, ma cominciò a porre un ordine all'interno del caos, iniziò a esprimersi: il suo spirito pervase la materia inanimata e senza forma, dandole armonia, assemblandola, ordinandola. Quello dello spirito divino è un concetto condiviso da molti culti pagani: il termine stesso spirito è preso a piene mani dalla paganità romana, nel Kemetismo esso è chiamato Maat, la legge universale che regola il cosmo; nell'Odinismo può essere identificato con Yggdrasill, l'albero mistico le cui radici pervadono il mondo, concetto che è parallelamente rintracciabile anche nel Viarianesimo. Le radici sono un'allusione all'energia vitale che pervade tutte le cose, manifestata nei suoi diversi aspetti, le divinità, la molteplicità del creato. Lo spirito è un elemento che presenta parallelismi anche con le religioni indoeuropee orientali: anch'esse insegnano di un'energia strettamente legata alla Divinità che pervade l'universo. È quello che nelle religioni cinesi viene chiamato Chi, oppure il Prana dell'Induismo.


Etica e morale
Tutte le religioni neopagane sono accomunate da un senso etico molto simile, il quale pone l'accento sul rispetto della natura. La natura in quanto sacra, poiché generata dalle divinità, va rispettata in ogni sua forma ed espressione. Rispetto per la natura significa dunque innanzitutto (1) rispetto di tipo ecologico nei confronti dell'ambiente: in molte tradizioni la Dea Madre è spesso identificata con la natura stessa. L'ambiente va rispettato in quanto dono degli dèi, e in un certo senso dimora delle forze divine; inoltre l'ambiente naturale è ciò che offre all'uomo tutto ciò di cui ha bisogno per vivere, dall'ossigeno all'acqua, dal Sole, alla pioggia, all'elementare concetto di vita biologica. Il Neopaganesimo in ogni sua forma riconosce il ruolo centrale della natura nel processo che ha portato l'uomo ad evolversi, a conoscere il mondo, a sviluppare le sue peculiarità, a scoprire quale sia la bellezza dell'esistenza. Oltre che rispetto e intervento ecologico, rispetto per la natura significa anche (2) rispetto dell'essere naturale di ogni uomo e di ogni creatura senziente: ognuno va rispettato e valorizzato per quello che è, per il suo io; ognuno è divino nelle sue particolarità, in quelle cose che lo rendono diverso dagli altri. Questo a sottolineare la natura molteplice e molticolore della vita. Il Neopaganesimo offre dunque una significativa etica sociale, che permette all'uomo di vivere in armonia rispettando totalmente il prossimo; essa si traduce infatti in rispetto di qualsiasi differenza, in parole povere completa assenza di razzismo. L'insegnamento pagano si fonda dunque su precetti che possono essere facilmente tradotti come regole di vita quotidiana agenti in particolare in campo ecologico e in campo sociale; semplici etiche di approccio alla quotidianità che permettono la realizzazione di un'armonia che sottolinea il legame dell'uomo con il mondo, con il prossimo e con la terra.

[Modificato da -=Morgana=- 10/02/2007 14.55]

Daréios Merlino.
Arcidruido di Avalon.
Archipresbyter insula Avallonis.
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