29/10/2010 20:32 |
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Ormai mi ero reso conto che senza un aiuto non sarei mai uscito di lì. Continuò il ragazzo. Ecco perché mi tolsi il mantello, mi precipitai sulla porta della cella e mi misi a chiamare quella donna, che in quel momento sembrava addormentata. Fortunatamente lei si svegliò quasi subito. Disse di conoscere la via per uscire dal castello e si trovò ben disposta a mostrarmela, purché io la facessi uscire di prigione. Purtroppo, io non sapevo proprio come fare. Non c'era niente lì intorno che potessi usare per allargare, piegare o spezzare le dure sbarre di ferro della prigione. La salvezza era a qualche centimetro da me, ma non potevo accedervi. Volevo salvare me stesso, volevo salvare Noxir... e volevo salvare lei, ma non potevo, perchè mi mancava qualcosa: ero troppo debole. Ciò fece nascere in me una rabbia nuova, innaturale... la rabbia intensa e bruciante procurata dal non avere abbastanza potere da salvare coloro che per me erano le entità più importanti. Ed ecco che, come per magia... Nexim allungò le mani davanti a sè, coi palmi aperti. Tutt'a un tratto li chiuse, e le due spade gli apparvero nelle mani. ...sono nate loro due. |
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